LA NASCITA A POLA

 

 

 

 

 

 

 

POLA 1886

La nascita del Club Nautico “Pietas Julia”

L’idea di un circolo di canottieri fece ufficialmente capolino il 27 marzo di quel lontano 1886 sulle pagine del quotidiano  locale,  “L’Eco di Pola” con la pubblicazione della lettera inviata da un anonimo lettore che, dopo un lungo e forse un po’ retorico preambolo, concludeva scrivendo: <<terminerò col dire che Pola, quantunque sacra a Marte, obliar non dovrebbe poi del tutto Nettuno – che la sua gaia gioventù mirando l’onda azzurra, che ci circonda – dovrebbe finalmente dar principio a questo benedetto Club di Canottieri>>.

L’appello non rimase inascoltato, ma il progetto sembrerebbe destinato a naufragare prima ancora di prendere il largo per il non trascurabile aspetto…finanziario.   In un fondo satirico firmato con lo pseudonimo di Farfarello sul supplemento a L’ Eco del 25 maggio si legge: <<in fumo di maccheroni, se ne andò anche il bel progetto d’una Società di canottieri. L’idea di uno sport nautico aveva invaso gli animi persino più ritrosi della nostra gioventù cittadina… Poiché  ognuno non può sborsare ad un tratto l’importo fisso si scioglie ogni questione in merito invitando i signori di presentarsi nella prossima ventura primavera dell’anno 1887 per trattare l’istesso argomento.>>

Delusione e stizza che farà esclamare ad un sostenitore entusiasta dell’iniziativa: << l’anno venturo saremo allo stesso punto di partenza ed una Società di canottieri non potrà mai più esistere a Pola, che conta oltre 20.000 abitanti nel mentre quei di Parenzo vanno superbi della loro>>. Infatti, quello stesso anno erano sorte in Istria la Società Nautica “Adria” di Parenzo (che dopo pochi mesi si fonderà con il Club Canottieri Parentini  “Adriaco” nato l’anno precedente) ed il Club Canottieri “Salvore” di Pirano.

Ma a dispetto del lamentato immobilismo della città, qualcosa si muoveva, tanto che il 7 agosto il giornale cittadino pubblicherà la notizia che: <<E’allo studio lo statuto di due nuovi sodalizi promossi dalla nostra gioventù. Un Circolo Educativo Popolare ed un Club Nautico. Presto queste due società saranno un fatto compiuto e noi auguriamo di vederle splendere di vera ed onorata gloria.>>

Evidentemente il trafiletto sfuggì al redattore S.P. che in uno sferzante articolo di fondo su “L’Eco di Pola” del 14 agosto, dal titolo “Carte in tavola” deplorerà, con chiaro intento politico nazionale, l’ inerzia della cittadinanza rimproverandola di non accogliere ogni manifestazione che servisse a ribadire la natura filo italiana di una gran parte della popolazione.

Verrà pubblicamente rimproverato dal Direttore del giornale che il 21 agosto scriverà: <<L’impazienza e la foga del nostro articolista di fondo, o che minaccia di affondarci, il sig. S.P. fan passare come moribonde tutte le odierne nobili istituzioni cittadine, perché non sorgono ad un tempo belle ed adulte come per incantesimo.

<Il club nautico ha l’aria di andarsene alla stessa: avete detto o messer S.P.?>

Al contrario io dirovvi che il Club nautico fregiato del nome di Pietas Julia, una vera trovata locale e storicissima, non appena riceverà gli statuti approvati entrerà in possesso, per ora, del suo primo canotto, per correre sull’acque  ed onorare con un esercizio virile e salubre il patrio loco e per onorare eziandio   la bandiera,  per certo, opera e regalo delle nostre gentili signorine.>…

Ed infatti intempestiva era stata la tirata d’orecchie del non meglio identificato giornalista S.P. in quanto proprio il 14 agosto 1886 il Comitato Promotore aveva inviato all’ I.R. Capitanato Distrettuale cinque copie dello Statuto Sociale per ottenere da parte della competente autorità politica l’ approvazione dello stesso ed il riconoscimento legale del neonato Club Nautico “Pietas Julia”.

E sulla stessa testata, nell’edizione del 25 settembre 1886, apparirà la notizia che: << Lo statuto sociale avanzato dal comitato provvisorio del nascente Club Nautico “Pietas Julia” alle competenti autorità, fu da queste approvato senza alcuna restrizione.>>, e che la radunanza generale aveva nominato la prima Direzione del club che risultava composta da: Natale Vareton, presidente e dai direttori Ulderico Ernesto Robba, Cristoforo Cossovel, Stefano Suppan, Francesco Malusà, Giuseppe Petinelli ed Antonio Martina.

Nel corso della stessa assemblea venne presa la decisione di acquistare e mettere in condizioni di navigare uno scappavia usato, per la spesa massima complessiva di  100 fiorini; il Club era ormai una realtà.