VOGLIA DI OCEANO

VOGLIA DI OCEANO

Anche Cristoforo Colombo è passato di qua, prima del grande salto, il primo della storia (?). La traversata a vela dell’Atlantico passa da secoli dalle Isole Canarie dove le barche “normali” (non quelle di regata spinta) fanno scalo. Attualmente, la più classica regata atlantica non competitiva, l’ARC, parte ogni anno da Las Palmas (Gran Canaria to Santa Lucia) a fine novembre (anch’io vi partecipai qualche anno fa).
Colombo, nel suo primo viaggio, fece scalo tecnico all’isola di Gomera, quella rimasta ancora, forse, la più selvaggia. Le altre isole dell’Arcipelago sono invece troppo …civilizzate.
Anche noi (siamo in quattro amici), nel nostro assaggio di oceano, abbiamo scelto l’Isola di Gomera come nostra meta, fuggendo da quella di Tenerife, la capitale, quella ormai troppo cementificata.
Ce ne sono molte di barche a vela da queste parti e molte…abbandonate nei porti per l’impossibilità di proseguire il viaggio verso l’altra sponda dell’oceano. Sì perché, arrivati fin qui dall’Europa, non si riesce più tornare indietro (gli Alisei contrari da NordEst non te lo permettono). Bsogna proseguire per Sudovest. A chi manca il coraggio si ferma e lascia qui la barca.
Partiti dal porto di Las Galletas, anche per testare la barca presa a noleggio e l’equipaggio, scelgo una una prima rotta di poche miglia verso Nord . Poche, ma che si son rivelate subito impegnative: volevamo affrontare a viso aperto l’impeto degli Alisei sui 30 nodi, proprio di bolina, andatura quasi proibitiva con l’onda lunga oceanica contraria. Abbiamo capito perchè non si può più tornare direttamente verso lo Stretto di Gibilterra, una volta discesi da lassù. A fine giornata siamo comunque nel porto di San Miguel, in una attrezzata Marina dove l’anno scorso stavo per concludere l’affare della mia vita…Una bella barca oceanica…un po’ vissuta e molto abbandonata. Non l’ho più ritrovata. Un navigatore più coraggioso o più incosciente me l’aveva soffiata. Il giorno dopo, tornati a più miti consigli… torniamo umilmente sui nostri passi, al porto di partenza.
Ufficialmente, per accondiscendere alle suppliche dell’unica donna a bordo.
Ci dirigiamo finalmente verso la nostra meta, l’isola di Gomera, questa volta con andatura più consona: un bel traversone verso Ovest di una ventina di miglia. Una galoppata che ci ha ridato coraggio.
I due giorni successivi sono stati di esplorazione terrestre. Anche le Isole Canarie sono rimaste talora incontaminate. L’isola di Gomera mi ha ricordato infatti, con la sua vegetazione subtropicale e le sue scogliere mozzafiato, il fascino selvaggio della natura che avevo conosciuto nelle Isole di Capoverde, quelle meno turistiche, tipo Sant’Antao e San Nicolao.
Ripartiamo infine dal porto di San Sebastian, non con direzione …”le Indie” come fece Colombo il 6 settembre del 1492, ma verso il porto di armamento della nostra barca e verso il confortevole hotel che ci ospitava. Questa ultima veleggiata ci ha ripagati dallo scotto iniziale, tanto che ci siamo ripromessi, per la prossima volta, di raggiungere altre isole dell’Arcipelago.
Anacleto

Comments are closed