MILLE MIGLIA
Da Sistiana (Trieste) a Skiathos, sono mille miglia, appena concluse. Discesa dell’Adriatico, dello Ionio Greco, Canale di Corinto, risalita dell’Egeo occidentale.
Sono arrivato a destinazione, alla meta che m’ero ripromesso per quest’anno, le Sporadi. Le Sporadi Settentrionali sono le isole Greche tra le più settentrionali.
Non posso dire d’esserci arrivato… d’un soffio (di vento).
Ho incontrato le difficoltà insite ad ogni lunga navigazione, tali da farmi pensare talora alla rinuncia. Ho superato ansie legate ai dubbi sulla mia tenuta psicofisica, al cangiante equipaggio, alle condizioni meteorologiche, alle avarie del mezzo nautico.
Le sofisticate attrezzature attuali con tutti i sensori e servomeccanismi ti dovrebbero fornire una completa tranquillità sul controllo del mare, del vento e della rotta.
In effetti ho provato per brevi tratti (per esempio per entrare di notte in un porto) una navigazione “cieca”. Controllavo solo sottocoperta la rotta, rinunciando volutamente al controllo visivo, fidandomi unicamente degli strumenti (sostanzialmente radar, Ais, ecoscandaglio e chartplotter).
Eppure, nonostante queste “sicurezze”, nelle lunghe navigazioni il navigatore vive in uno stato d’allerta continuo che va al di là del controllo strumentale, per le insidie legate all’imponderabile ed imprevedibile.
La navigazione diventa cosí un’attività a trecentosessanta gradi, personale e sinestesica ed il navigatore dev’essere un perfetto sensitivo anche se ha tutte le informazioni necessarie a disposizione per gestire le innumerevoli possibilità d’azione atte a trovare la giusta rotta.
Proprio nei momenti più critici ho sperimentato l’esistenza di questa attivita sensoriale (exrasensoriale?) che ti fa prendere le decisioni più consone alla situazione, al di là dei dati strumentali.
Che fosse la migliore decisione ne avrai la riprova solo dopo, quando sei arrivato…
Ma quanta ansia e turbamento nel momento della scelta.
Credo si tratti di un’attivita creativa, una sintesi tra l’intellettuale ed il sensoriale. Ho letto che per descrivere questa esperienza di navigazione (soprattutto in quella d’altura) vengono utilizzati i concetti di estetica o sinestetica.
Credo dessere arrivato a capire ed a provare qualcosa del genere, forse più di altre volte.
Grazie alle mie ultime mille miglia.