Author Archive Gianluca

Naufrago dalla nascita

L’antenato più lontano dell’uomo non è la scimmia ma il pesce. L’essere umano, come tutti gli esseri viventi , è nato dal mare non dalla terra, per poi vivere al confine tra terra e mare. Tra la terraferma ed il mare.mosso. Alternativamente si è poi posto come traguardo il mare o la terra . Ricordate il grido di felicità dei Greci di Senofonte “Thalatta”, alla vista agognata del mare, e l’urlo del marinaio in vedetta nella Pinta di Colombo “Tierra”, dopo i sei mesi della prima traversata dell’oceano. Non è la terra che ha spinto in là il mare per farsi spazio , ma è la terra che per divenire tale si è sopraelevata dal livello del mare , si è spinta fuori dall’acqua o meglio è l’acqua che si è ritirata dalla terra sottostante. Lo sanno anche le puerpere che lo sgravio più naturale è quello che avviene se immerse nell’acqua di una piscina. Il primo trauma del neonato è quello che subisce nel doversi trasformare da pesce dentro il grembo materno a mammifero appena al di fuori. Il cucciolo di donna è spinto allo sbaraglio se sospinto fuori all’aria aperta, rimane nel suo elemento se spinto da un liquido stretto ad uno più largo. L’uomo è l’unico pesce che pure spiaggiato riuscirà a sopravvivere all’asciutto sulla terraferma. Un naufrago dalla nascita. Per l’acqua del mare l’uomo proverà un insieme di attrazione e di repulsione. Per sfuggirne il fascino tenterà di coltivarne un’immagine sinistra. Il mare sarà pensato e temuto come ricettacolo nascosto di mostri antropofagi, più che una culla ed un antro felice, popolato di orche assassine, più che di delfini. L’uomo adulto amerà il mare alla follia o ne serberà un ancestrale timore e panico.

Anacleto

Le Canarie

Le ho sempre disdegnate perchè troppo gettonate , in quanto isole dell’eterna gioventù e delle mezze stagioni. Ideali per farvi svernare gli anziani (come me), isole dell’eterna primavera, dove veramente non esistono le quattro stagioni. 
Prese d’assalto da una pigra clientela europea che non vuole allontanarsi troppo da casa, pur alla ricerca di un clima mite per lunghi soggiorni. 
La mia prima volta risale a quando le ho utilizzate anch’io, come all’epoca dei primi viaggi alle Indie Occidentali, come scalo per il grande salto verso l’altra parte dell’oceano. 
Ora ci siamo tornati per capodanno , in fuga da terre divenute in questi giorni troppo calde , non solo in senso meteorologico ovviamente, quindi da evitare. 
Stavo tornandomene a casa completamente deluso di questa scelta: troppa gente, troppe auto, troppi grattacieli, anche perchè sono stato nell’isola maggiore (Tenerife) dove la cementificazione selvaggia non ha avuti limiti. 
Mi son salvato in extremis perchè, fanatico velista di tutte le stagioni, ho trovato, l’ultimo giorno , quello che cercavo. 
Un porticciolo con barche a vela, anche in vendita, in una cornice turistica paesana di tutto riposo.
Ci tornerò a breve per concludere l’affare. L’acquisto di una barca d’appoggio da quelle parti. A tre km dall’aeroporto raggiungibile, in tre ore, con i frequenti voli low cost da Bologna. Se qualcuno è interessato ad associarsi a questa impresa si faccia avanti. 

Anacleto