I neofiti velisti
Si lasciano esaltare (ingannare) dai nostri proclami poetici del tipo “va dove ti porta il vento”, poi ti chiedono di farsi portare (a motore) nelle baie più deserte ( e magari meno ridossate) per il bagno di rito. All’imperativo assoluto “solo baie , mai porti” saprebbero sacrificare ogni senso della realtà, salvo poi adeguarvisi in extremis con grande frustrazione.
Meno retorica da parte nostra (velisti navigati) forse sarebbe doverosa per facilitare un approccio dei nuovi adepti.
Queste mistiche considerazioni mi son sgorgate dall’ultimo gruppo di “neofiti velisti” che ho avuto a bordo. Naturalmente avevano negato, prima dell’imbarco, che fosse la loro prima volta.
La dura realtà l’han dovuta affrontare già dopo il primo giorno di navigazione: intasamento del cesso. Nonostante le mie istruzioni sul suo corretto utilizzo il danno era irreparabile tanto da doversi smontare e sostituire. Prima giornata di m. Seconda giornata: precipitosa ricerca di un porto dove integrare la cambusa, fatta evidentemente in modo frettoloso. Ed avevano dichiarato di voler sempre confezionare i pasti a bordo, escludendo il ricorso a ristoranti.
Si evidenziava subito Il conflitto tra le aspirazioni ideali di approdare ogni giorno nella baia perfetta, di voler andare sempre a vela e la necessità di rispettare una tabella di marcia obbligata (naturalmente a motore) per attuare in tempi certi il percorso programmato.
La frustrazione dell’equipaggio si sommava alla mia nel momento in cui mi vedevo costretto a sconfessare i propositi d’inizio stagione: d’imbarcare solo ospiti che avessero con me potuto aspettare il vento se non c’era e di non coartarmi in tempi e rotte obbligate.
“Mai più”. Farò il solitario se non troverò amici che non avranno il mio tempo ed i miei tempi ( e quello del vento).