LA TEMPESTA PERFETTA
Navigazioni impegnative, ne ho avute in passato, mai così drammatiche da farmi evocare il famoso film “La tempesta perfetta”. Chissà perché mi è venuto a mente questo titolo ricordando un episodio di quest’anno, meno che tragico, tragicomico.
Anche quella mattina, su richiesta della solita ragazza cui, con quegli occhioni imploranti, non si può negare nulla, bisognava cercare una baia incontaminata per il bagno e la sosta di mezzodì.
Presto fatto, un angolo nascosto dell’isola di Sverinac.
Espletate le formalità di rito (bagno e pranzo), vedo avvicinarsi un temporale (il meteo prevedeva da tempo “possibili rovesci con tuoni”). S’alza il vento e la barca è quasi sugli scogli. Disancoriamo e usciamo in fretta da quel “cul de sac” , altro che baia inviolata…
Appena in tempo per essere investiti da una burrasca di pioggia e vento che ci oscura la visuale da ogni lato, tanto che decido di attivare il Radar di bordo, in pieno giorno ed in una zona superconosciuta (tra l’Isola Lunga e Sverinac).
Dove cercare un riparo? Mi dirigo verso Bosava. Ma sono parse subito troppe le cinque miglia da percorrere in quelle condizioni. Scelgo allora il più vicino paese di Sverinac. Arriviamo fradici in prossimità di quello che sembrava un approdo organizzato ed attrezzato. Scelgo il più facile ormeggio all’andana in un molo che poteva essere riservato ad un traghetto di linea, ma che era l’unico che mi dava la possibilità di un accosto con vento e mare di prua. Impartisco le dovute istruzioni all’equipaggio per una manovra che non mi sembrava di estrema difficoltà. E fu solo allora che dovetti rendermi conto della drammaticitàdel momento. Chi doveva scendere a prua per la prima cima sopravvento… si paralizza e non scende. Ci prova una ragazza. Scende, ma corre verso poppa. Finalmente esce dalla barca trafelata ed in mutande, praticamente nuda, una seconda ragazza e prende la direzione giusta, verso prua, prende al volo la cima di prua e la fissa al molo.
Appena al sicuro, la burrasca cessa d’incanto così com’era arrivata, improvvisamente ed a ciel sereno.
Tiriamo un attimo il respiro per lo scampato pericolo (più per il disastroso ormeggio che per il trascorso temporale). Ma non era ancora tutto finito. Una gigantesca onda di risacca fa sobbalzare e beccheggiare paurosamente la barca lungo il molo. Ordino subito di mollare le cime. Dobbiamo allontanarci dalla banchina prima possibile.
Per un ormeggio tranquillo per la notte scegliamo una specie di laguna, super protetta, rifugio conosciuto per i naviganti della zona, Pantera, che ha sullo sfondo il paese di Veli Rat.
Vi allego la foto presa al gavitello in questa località, alla fine di quella giornata memorabile.