L’Adriatico in lungo ed in largo
Trieste-Corfù, 550 miglia in 11 giorni di navigazione diurna. Siamo sempre sfuggiti a temporali incombenti. Mentre nelle nostre terre che avevamo lasciato pioveva, noi sul mare abbiamo avuto quasi sempre giornate solari.
Questo trasferimento, fino a cinque anni fa, mi era abituale.
Non è mai una passeggiata. Ma è il prezzo che bisogna pagare per raggiungere i “nostri” mari del sud, l’agognata Grecia.
L’itinerario è quello più collaudato e meno impegnativo: discesa lungo la costa orientale dell’Adriatico fino all’isola Croata più a sud ovest (Lastovo) quindi traversata verso l’Italia (Vieste), discesa lungo la Puglia fino ad Otranto ed infine riattraversata dell’Adriatico (Il Canale d’Otranto) fino a Corfù.
Personalmente preferisco l’itinerario descritto, anche perché permette di “godersi” la Puglia (e la sua cucina).
Ma è così che, questa volta, mi son trovato in processione ad Otranto assieme ai paesani locali. Erano in pieno corso i festeggiamenti del Santo patrono “locale”, niente popodimeno di Sant’Antonio da Padova. Ma come? Da padovano doc, mi son sentito quasi defraudato del “nostro” Santo per antonomasia, Il Santo, appunto. A Trani, a Polignano a Mare, a Brindisi ed ad Otranto abbiamo scoperto che…tutta la Puglia considera ed onora come “loro” Santo il “nostro” Santo.
L’enigma non l’ho risolto, nè studiandomi tutta la storia del Santo, nè importunando con il mio quesito impertinente Don Paolo, l’officiante della messa con processione di cui sopra.
Ma il mare ci attendeva per la tratta più impegnativa, i 90 miglia del Canale d Otrantofino a Corfù.
Qui l’estate era già scoppiata e la folla dei vacanzieri già completa.
In ogni caso, appena toccata la terra Greca, tutto l’equipaggio…all’Ecclesia per accendere le usuali candeline votive, a ringraziamento del buon esito dell’impresa.
Anacleto